Sposini e gravide

Settembre è mese di matrimoni. Niente di nuovo. L’apparente novità è che il paesino di cinquemila anime dal quale sono fuggito si è riempito di gravide e coetanei già sposati o in procinto di officiare addii al focolare famigliare. In realtà tutto mi era già noto. Instagram e Facebook non sono dei pianeti disabitati e i miei friend compaesani, tali solo virtualmente (ultima conversazione intercorsa vis-à-vis almeno 8 anni fa), mi ricordano constantemente delle loro bellissime vite (desumo siano tali visto il desiderio compulsivo di condividerne i dettagli).

Puntualmente mi chiedo cosa trovino di così irripetibile nello stipulare un contratto che regoli la convivenza con il partner. Voi mi risponderete il solito blabla dei figli, della casa, delle tutele. Spulciando tra le macerie di matrimoni franati come case abusive costruite sul Vesuvio, le risposte sono altre: c’è chi si sposa perché “così ho la garanzia che non mi tradirai più”, “così diventiamo una famiglia seria e la smetti con la cocaina”, “così possiamo fare dei bambini – anzi, no – sono rimasta incinta perché tu mi sposassi”, “così posso finalmente uscire di casa”. Poi ci sono tanti che lo vedono sinceramente come un traguardo, il coronamento di un amore, come se la vita si giocasse a fasi e livelli. Level “sposini” completed. Avrete colto la mia completa avversione al matrimonio. Non perchè abbia un’idea di vita libera, anarchica o senza legami, ma proprio perché ritengo che il matrimonio non aggiunga alcunché ad una coppia. Ho una relazione da molti anni, condita da un lungo periodo di convivenza e da diverse esperienze vissute nella completa accettazione e fiducia reciproca. Non mi/ci manca alcunché. Quando il nostro avvocato o commercialista ci consiglierà di sposarci, seguiremo il consiglio.

Quanto cinismo. Vero. Non so esattamente quando ho sviluppato una visione così disillusa sul mondo. In realtà queste usanze non mi emozionano più. Il fatto di aver investito gran parte dei miei sforzi intellettuali e del mio tempo nello studio e nella carriera ha probabilmente rovesciato le priorità. Mi spiego: il lavoro non sarà mai più importante della mia vita privata, ma il tempo a disposizione per lisciarla, adornarla e renderla barocca non ce l’ho. Tutto si riduce all’essenziale e al vero. Non posso permettermi di perder tempo e denari per pensare ad un matrimonio, soprattutto se non lo ritengo necessario. Preferisco viaggiare, mangiar bene, arredarmi casa. Un altro fattore determinante è la necessità di mobilità tra me e la mia ragazza. Per ora conviviamo ma tra poco si aprirà un capitolo diverso: città lontane e nuovi progetti. Questi progetti non hanno mai rappresentato un problema, neppure la distanza. Non nel 2015, non per noi. Amarsi è prima di tutto sacrificarsi, accettarsi (che vuol dire soprattutto accettare la sofferenza di un rapporto), lottare, proteggersi. Non vuol dire rinunciare ai propri obiettivi. Questa attitudine al sacrificio non ti cade in testa il giorno del matrimonio. O c’è o non c’è in un rapporto.

Uteri fecondati. Ovunque. Questi li preferisco, per diversi motivi. Prima di tutto non credo che fare un figlio in giovane età ti etichetti come genitore inesperto, ma soprattutto il legame genitore-figlio è indissolubilmente autentico. È bellissimo. Meno bella è la spettacolarizzazione della nuova vita. La svendita delle immagini su internet, alla mercé del mondo intero. Le foto dei miei figli non ci saranno. Sono istanti talmente intimi e preziosi che non li conviderei per nulla al mondo. I miei coetanei con figli, quindi, mi ricordano solo che il tempo passa e non torna e che non devo dimenticarmi della prole. Ma poi penso che ho ancora tempo a sufficienza (biologicamente parlando) e che non c’è nessuna fretta. Metà del lavoro è già fatta: ho già trovato gli altri 23 cromosomi.

Settembre è mese di matrimoni. Nulla di nuovo. Coppie felici, passeggini, abiti da sposa, buffet. No, non sono pronto. Ho ancor tanto da fare per me e nel mondo, ma so già che arrivrà settembre anche per me.

#piùdi100. Se e quando serviranno più di 100 parole, le userò. Non rispetto mai le regole, tantomeno qui.

39 pensieri su “Sposini e gravide

  1. Anch’io la penso come te, per stare insieme davvero non serve un contratto. Io convivo da diversi anni e ho un figlio e mi rendo conto di quanta ignoranza vige ancora su questo fronte. Cara, ma perché non ti sposi? Non sei tutelata, non è tutelato tuo figlio… E il solito bla,bla bla… Allora, io sarò anche non tutelata ma mio figlio lo è eccome… In più non sto insieme al mio compagno perché penso alla tutela, ci sto insieme per mille altri motivi, ma tant’è, io per molti mi dovrei già essere sposata da mo’… 😄😄

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  2. ci si può sentire sposati senza esserlo legalmente e non esserlo mai in un matrimonio lungo quanto una vita intera. sono scelte personali, condivisibili o meno ma sempre da rispettare. la cosa più importante è scegliere la persona che ci felici ed essere in pace con noi stessi.

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  3. noi ci sposeremo a novembre. abbiamo deciso di farlo dopo 10 anni di felice convivenza: perché ce lo ha consigliato il commercialista, perché siamo abbastanza maturi da pensare alla morte e un testamento dal notaio costerebbe molto di più, non assicurandoci nemmeno la possibilità di ottenere la reversibilità della pensione, perché se uno di noi si ammalasse -come immagino saprai- l’altro non potrebbe neppure assicurargli i farmaci fine vita (toccando ferro), perché siamo ancora innamorati e quindi perché no. il matrimonio lo officerà il sindaco del paese davanti ai due testimoni, e basta. il pranzo per quattro l’ho prenotato in uno splendido ristorante. viaggio di nozze in un agriturismo con SpA. Totale spesa, abito compreso (bordò, sobrio, da usare anche in seguito) € 500 Per me è la seconda volta, se avessimo avuto una legge decente sulle “coppie di fatto” avremmo evitato. 😉

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  4. @danitrip. anche io non sto con il mio uomo per essere tutelata, altrimenti avrei sposato uno con i soldi veri, non un musicista, ma poiché ci sto, non vedo perché non essere tutelata. basta cambiare l’odine delle parole perché il significato cambi.

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  5. Sia ben chiaro, non ho nulla contro la convivenza (io stessa ho convissuto per circa un anno prima di approdare al matrimonio, uno dei miei figli ha convissuto per 10 anniprima di sposarsi), però questa situazione non può dare i medesimi diritti che vengono stabiliti con il matrimonio, che è innanzitutto un “contratto”. Che alla base di esso ci sia il più delle volte l’amore, a volte l’interesse o la convenienza, altre volte ancora un mix di queste cose, il matrimonio è la codifica, anche economica, di diritti e doveri che regolano la vita di due persone le quali si impegnano per un comune percorso di vita. Sembra arido definirlo così, ma è una realtà. Se io convivo, posso separarmi senza traumi o ricorsi legali: non ho alcun “obbligo” nei confronti del partner, a differenza di due persone regolarmente coniugate. Non posso quindi accampare diritti su casa, redditi o altri beni del convivente, assegni di mantenimento e simili, perché non ho nessun vincolo “contrattuale” con lui. Se voglio essere tutelata/o, il sistema legislativo esiste ed è unicamente l’istituzione matrimoniale. Possono esserci ovviamente delle eccezioni “temporanee”, qualora uno dei due conviventi sia ancora impegnato con un precedente vincolo ed in attesa di scioglimento (divorzio, per il quale sarebbe bene abbreviare i tempi), ma la situazione deve essere comunque regolarizzata nel minor tempo possibile. L’unica tutela che in ogni caso va applicata è quella del mantenimento dei figli, siano essi nati da una situazione regolare o meno.

    Poi, c’è l’amore…e quello ovviamente non si codifica 🙂

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    1. Hai spiegato con grande chiarezza la situazione ed è vero ciò che dici: il matrimonio è un vincolo contrattuale che tutela le parti. In ogni relazione arriva quel momento in cui non puoi esimerti dal tutelare ciò che hai coltivato. Ciò che non capisco è la necessità di approdarci in gran fretta, o il pregiudizio di non poter fare un figlio o stabilire una convivenza senza un matrimonio. Questo non lo capirò mai, ma, come detto, arriverà settembre anche per noi 🙂

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  6. Noi stiamo insieme da 3 anni e conviviamo praticamente da subito. Ci sposiamo a maggio anche se io sinceramente non ne ho mai sentito la necessità se non per una pura esigenza formale e burocratica. Penso, oltre alla precarietà della vita in generale, alla precarietà lavorativa che ci circonda e quando non avevo un lavoro, tanto per fare un esempio tra tanti, non potevo essere a suo carico dal punto di vista fiscale in quanto non sposati. Lui invece la vede come una festa, un’occasione per fare qualcosa di bello per noi due dopo tanti sacrifici tra lavoro, casa e guai quotidiani.
    Per quanto riguarda le gravide sono la persona meno adatta per parlarne. Quando sono rimasta incinta mia suocera l’ha detto a tutti e ha urlato a vento e social che diventava nonna per la quarta volta. Quando ho perso il bambino la prima cosa che ho fatto uscita dall’ospedale è stata scrivere a tutti quelli che lo sapevano che non c’era più, per evitare domande tipo “Come stai? Cresce la pancia?”. Ha fatto la stessa cosa adesso che mia cognata di 16 anni è incinta, mettendo addirittura le foto del test di gravidanza, le ecografie, tutto quello che ha comprato ecc… e io mi sono sentita morire. La mancanza di rispetto più grande che abbia mai subito nella mia vita è stato vedere la sostituzione di mio figlio come se fosse un giocattolo rotto. Oltre a questo, bisogna anche contare che quella bambina non ha privacy ancora prima di nascere. E la cosa mi fa pure un po’ schifo.

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      1. Anche del matrimonio io su Facebook non ho annunci ufficiali! Ne ho parlato nei commenti a dei link con delle amiche ma non ho scritto la data, gli invitati, il perché del rito civile ecc… quello lo faccio con gli invitati e basta. Poi sì una volta sposati posso mettere le foto ma sinceramente alcune cose per me devono essere private e personali… o al massimo, di un blog anonimo 🙂

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  7. Io e il mio ragazzo – continuerà a definirlo così sempre, anche se da un bel po’ non siamo più ragazzi né io né lui – abbiamo deciso di sposarci un pomeriggio d’agosto al mare… è successo 20 anni fa e ancora ci ritroviamo a scherzare sul fatto che la decisione è stata presa in una delle giornate più calde dell’anno (colpo di calore simultaneo?). Non abbiamo mai considerato il matrimonio un contratto, non l’abbiamo mai rivestito di chissà quali significati; potrei dire che abbiamo fatto felici nonni e alcune zie avanti con gli anni, per le quali il matrimonio ancora “contava, sotto sotto anche i nostri genitori, anche se non lo davano a vedere… e se rendi felice qualcuno è sempre un buon rendere, alla fine. Mai festeggiato un anniversario in pompa magna con amici e parenti, mai sfruttato quella data per regali forzati (ma vale anche per Natale e tutte le festività consacrate). E mai, ovviamente, fotofotofoto su Facebook per commemorare il grande giorno e ammorbare la bacheca altrui. Stavamo bene insieme, stiamo bene insieme… è questo il vero traguardo, se mai si raggiunge, un traguardo.

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    1. Dalle tue parole mi pare di capire che settembre non sia ancora arrivato per voi (nonostante le formalità). Questo è quello che conta. Vent’anni fa, poi, era molto più difficile dire queste cose! Grazie per le parole sincere e per averci raccontato qualcosa di te (o meglio voi). Un abbraccio!

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  8. E vedrai che quando arriverà Settembre anche per voi non sarà per consiglio del tuo commercialista …sarai anche cinico, ma per come parli dell’amore vero (che é anche e forse soprattutto sacrificio e non ostentazione sui social) sotto sotto devi essere anche molto romantico! 😜 Sbaglio?

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  9. Comunque volevo aggiungere che capisco benissimo il tuo pensiero sul matrimonio. Per quanto mi riguarda in questo momento sono un pò confusa sull’argomento, ma tra i tanti motivi per cui ci si sposa un numero sicuramente esiguo lo fa perché crede ancora nel sacramento. Oramai si pensa solo alla Location, alla chiesa figa, alla Wedding cake a far colpo sugli invitati e ci si è dimenticati totalmene che in teoria chi si sposa in chiesa dovrebbe farlo perché credente. Apprezzo molto di più chi da ateo si sposa in comune per motivi prettamente economici. Comunque al momento ho qualche problemino con Santa Madre Chiesa e pur essendo credente non sono praticante per cui credo che considererei solo il matrimonio in comune…ma ovviamente nn avendo al momento gli altri 23 cromosomi non ci penso proprio!!!

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    1. Per quanto riguarda il rito cristiano è inutile nascondersi dietro ad un dito. Nove coppie su dieci non hanno una “vita religiosa” consona e neppure praticano. Già questo la dice lunga. Per quanto riguarda la tua situazione, la bellezza dell’essere single è che ragioni e programmi solo per te: lo trovo fantastico, secondo solo a condividere la propria vita con la persona giusta (non con una persona, ma con quella giusta!). Ciao!

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      1. Vero…eppure siamo fatti per stare con qualcuno, non con chiunque, ma con qualcuno (il qualcuno giusto, certo!) sì…e poi non mi piace arrivare seconda 😁 😁😁scherzo ovviamente!
        Per il resto ho conosciuto qualche giovane coppia realmente cristiana e praticante e sono davvero delle bellissime persone che credono davvero nel sacramento del matrimonio e soprattutto lo vivono nella vita di tutti i giorni, ma come ti dicevo e come hai confermato si tratta di un’esigua minoranza. Per il resto non c’è cosa più brutta dell’ipocrisia. É per questo che il matrimonio ha senso solo se fondato su motivi validi (che siano religiosi, economici o anche romantici o come diceva qualcuno per far felici parenti e amici), ma anche lo stare insieme prima del matrimonio dovrebbe basarsi su una scelta di cuore e di testa e non sulla paura di rimanere soli.

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  10. “Sono rimasta incinta perché tu mi sposassi” e “così posso finalmente uscire di casa” sono le motivazioni più plausibili, seppur un po’ retrograde. Le altre non sono credibili. Quella “così ho la garanzia che non mi tradirai più” è tipica del cornuto consapevole che, per provare emozioni più forti, passa dal tradimento da parte della fidanzata a quello da parte della moglie.

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